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L'Emilia o la dura legge della musica

03 ottobre 2006
"... A quel punto, visto che il corteo è bloccato, il pubblico continua con le richieste. 'Eskimo!' urla uno. Augusto sospira, suona mezzo accordo, sospira di nuovo, dice: 'Non ricordo tutte le parole, se qualcuno la sa...'
'Io la so!' esclamo, convinto. Tutti si girano verso di me, in entusiastica attesa. In quel momento mi viene il dubbio di aver fatto il classico passo più lungo della gamba. Nel senso che Eskimo ha forse settemila strofe, ha un testo che non finisce più, e quando Augusto si gira verso di me, suona il giro iniziale, mi sorride aspettando che io cominci a cantare, ho la certezza che non solo non ricorderò mai e poi mai tutte le parole, ma ho la terribile sensazione di non ricordare neppure l'inizio della canzone.
Per fortuna, Bologna è un po' come una spugna. Dopo lustri e lustri di chitarristi improvvisati, alle prese con certe canzoni, quelle parole e quelle melodie hanno finito per bagnare le pietre. E i portici. E le tegole. E i monumenti. E le grate sui vecchi canali. E le grondaie gocciolanti. E i frigoriferi scrostati negli appartamenti dei fuorisede. E i resti etruschi sotto le strade.
E nei momenti di bisogno, quelle canzoni assorbite dalla mia città vengono fuori come una radiazione. In questo momento di bisogno, la radiazione irradia me. Che canto tutte le strofe, senza dimenticare una sola parola."

"L'Emilia o la dura legge della musica" di Gianluca Morozzi. Un libro fresco, tenero e divertente. Immediato, come le canzoni dei Nomadi.

 
posted by Albamarina at 10:26 | |email