Partiture
Quando un musicista ascolta per la prima volta un brano, è quasi inevitabile: è la parte del proprio strumento quella a cui presta maggior attenzione. Certo l'insieme è importantissimo; la fusione di timbri, la risacca dei forte e piano, il dialogo quieto o concitato fra solo e tutti. Stamattina, ascoltando il Requiem di Verdi, pensavo che la vita funziona alla stessa maniera: si ascolta davvero ciò che ci tocca, ci interessa e ci coinvolge da vicino. Il resto magari si apprezza, si guarda distrattamente oppure non si vede affatto. Non credo ci sia un direttore d’orchestra in grado di insegnare l’arte dell’ascolto globale, che possa spiegare come applicare alla vita l’incomparabile insieme che si ottiene dando ad ogni singolo strumento della partitura l’importanza che merita. I timpani ad esempio: molti non sanno neppure come sono fatti, i timpani. Verdi, nel Dies Irae, ne fa un uso magistrale ed esalta, con questi battiti di cuore violento, gli altri strumenti.
Chissà quante vite mi passano vicino senza che alcun timpano ne sottolinei la silenziosa importanza.