Esame di coscienza
16 maggio 2008
Nei giorni scorsi ho seguito la querelle Travaglio - Schifani - D'Avanzo - Castelli (continuata ieri sera durante la puntata di Annozero). Ne ho scritto, ho risposto ai commenti, ho letto; ho cercato di capire qualcosa di più delle mie reazioni, ché è l'unico ambito in cui posso davvero intervenire. Sono stata eccessivamente sanguigna, mi sa, e a questo proposito ho ricevuto consigli, appunti e suggerimenti. Via email, ad esempio: ...l'insegnante deve lasciar a casa politica e religione (...) si chiede una scuola sopra ogni schieramento, una scuola che insegni ma che non influenzi (...) io conosco la tua dirittura morale, e ho la certezza di un tuo comportamento più che corretto in classe, ma qualcuno potrebbe non esserne a conoscenza. Se permetti d'intervenire ai tuoi piccoli allievi, (non sono poi così piccoli, eh), ché sarebbe diverso se fossero universitari, incoraggiandoli con giudizi di parte, è lecito da parte di chi non ti conosce bene pensar che questo sia il tuo modus docendi.
Alcuni amici mi hanno fatto notare la mia interpretazione del panorama politico eccessivamente di parte e troppo appassionata. Altre persone, che non ho mai incontrato, mi hanno accusata - senza troppo garbo, a vero dire - di frequentare uno sgrammaticato (?) tifo da stadio.
Allora mi sono messa in un angolo tranquillo, approfittando dell'influenza fuori stagione, e ci ho ragionato su. E' verissimo, io prendo troppo sul serio la politica. E questo traspare, in modo molto evidente, anche agli alunni che mi leggono. Forse ha ragione Epimenide quando dice che il mondo va avanti anche senza la mia passione, e che è molto meglio di quel che sembra. Ha ragione Francesca, che mi riporta a terra con affetto. Ha ragione Xabaras che mi invita a metter sullo stesso piano chi esagera, da una parte e dall'altra.
Non ho ancora tratto le conclusioni, quelle autentiche, quelle che ti cambiano un po'. Però ho visto con più chiarezza un eccesso, di quelli che fanno perdere lucidità. E, a volte, anche la buona educazione. Di questo mi scuso con chi ha ricevuto risposte acide e sgarbate. Forse il buon esempio, ai politici, dovremmo iniziare a darlo noi.
Alcuni amici mi hanno fatto notare la mia interpretazione del panorama politico eccessivamente di parte e troppo appassionata. Altre persone, che non ho mai incontrato, mi hanno accusata - senza troppo garbo, a vero dire - di frequentare uno sgrammaticato (?) tifo da stadio.
Allora mi sono messa in un angolo tranquillo, approfittando dell'influenza fuori stagione, e ci ho ragionato su. E' verissimo, io prendo troppo sul serio la politica. E questo traspare, in modo molto evidente, anche agli alunni che mi leggono. Forse ha ragione Epimenide quando dice che il mondo va avanti anche senza la mia passione, e che è molto meglio di quel che sembra. Ha ragione Francesca, che mi riporta a terra con affetto. Ha ragione Xabaras che mi invita a metter sullo stesso piano chi esagera, da una parte e dall'altra.
Non ho ancora tratto le conclusioni, quelle autentiche, quelle che ti cambiano un po'. Però ho visto con più chiarezza un eccesso, di quelli che fanno perdere lucidità. E, a volte, anche la buona educazione. Di questo mi scuso con chi ha ricevuto risposte acide e sgarbate. Forse il buon esempio, ai politici, dovremmo iniziare a darlo noi.
posted by Albamarina at 08:54 |
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