Libertango
(clicca sul cd, se vuoi ascoltare)
Ieri sera un
amico mi rimproverava affettuosamente il fatto di aver trascurato un po' l'argomento musica. Pongo rimedio provando a raccontare quel che provo quando ascolto questo straordinario brano, Libertango, di Astor Piazzolla. Ascoltiamolo insieme, mentre ne racconto.
Inizia con una scossa, che immobilizza l'animo e acuisce i sensi. Come un serpente di cui non conosci la pericolosità ma che attrae irresistibilmente. Aspetta... aspetta il momento, non ha alcuna fretta. Cattura, la magia del tango. Straziante ed eccitante al tempo stesso. Tra una sincope e l'altra, iniziano a farsi strada gli archi. Accarezzano, avvitano in una spirale sensuale e sinuosa, ti prendono la mano e ti fanno sentire la leggerezza dello sfiorar dei sensi. Si alzano e si abbassano come un sottile velo di seta nera che ondeggia per confondere e stordire. Il respiro si interrompe senza volontà, solo per un attimo, e aspetta che accada. E infatti accade... la fisarmonica, che prima scandisce il battito, morde improvvisa come un amante troppo focoso. Ingrossa il respiro, dilata la percezione dei suoni. Quanto basta per ingrandire il passaggio delle emozioni e il fluire dei sensi, per lasciar spazio al cuneo del suo suono che, ruvido e prepotente, si porta via le ultime resistenze. Cattura, ipnotizza, strappa e riavvicina. Ondeggia nell'animo, come una burrasca desiderata e breve, che si assapora con frenesia e si fatica a lasciar andare...