"Manifesto per una serena campagna elettorale"
Non che siano mai mancati, i contrasti pre-elettorali, né le strategie per screditarsi reciprocamente. Nei giorni scorsi cercavo di capire la direzione che avrebbe preso la serie di scandali e di polemiche, dall'affair Unipol alle diatribe che ci sono state offerte in misura eccessiva, ma le mie riflessioni personali, poco supportate da solide competenze politico-economiche, mi mantengono in uno stato basculante davvero fastidioso. Il nostro "parco politici" ci sta raccontando una storia che non avrà un lieto fine e che non ci farà capire chi sono i buoni e chi i cattivi. Mi sento manipolata, offesa e ingannata, non tanto nelle aspettative di un governo serio, del tutto disattese dai tempi dei mio diritto al voto, quanto nella semplice comunicazione. Contraffatta, contorta, inesatta, falsata. Artificiale. Del tutto inattendibile. Mi rendo conto che non ho mai veramente capito, che non ho gli strumenti per una lettura corretta di comportamenti, di programmi, di linguaggi e di strategie. Un esempio banale: sentendo il ministro Calderoli spendere parole di apprezzamento per Draghi, ho pensato "sarà un disastro". Ecco, questo è ciò che non avrei mai voluto: così poca stima di chi rappresenta la classe politica da anteporre il pregiudizio all'esame, la diffidenza alla serenità di cittadina. E non mi si dica che il desiderare altro è un'utopia.