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Basta poco...

29 novembre 2007


A volte basta poco per scivolare nella nostalgia. Quella che sfiora appena, ma ti strizza l'anima con ricordi teneri e antichi, di quelli che restano per sempre. Sono grata a questa nostalgia che mi allontana per qualche istante dalla cicatrice fresca che duole anche quando non cambia il tempo. Nostalgia di colori e di odori lontani, di suoni e paesaggi che ho ancora dentro, che resistono al tempo e alla tristezza. Luoghi che forse non rivedrò più, ma che hanno modellato una parte di quel che sono oggi.







 
posted by Albamarina at 19:58 | |email
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Favole a lieto fine

28 novembre 2007
 
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Conversazioni pregnanti

27 novembre 2007
Tra alunni:
- Beirut è in Germania.
- Ma no, è in Libano.
- E dov'é il Libano?
- In Africa...
- No, no, il Libano è in Iraq.

Eh, la scuola, altro che Zelig...
 
posted by Albamarina at 19:19 | |email
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Una buona idea

26 novembre 2007
Gli darei circa cinquecento miliardi di vecchi calci nel sedere, ai Savoia.
 
posted by Albamarina at 23:13 | |email
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In fondo

Vorrei trovare il colore che non vedo più; e la luce, quella che scalda e rallegra. Così, come questo acero del mio giardino, illuminato da uno schizzo di sole insolente che, nonostante la nebbia, l'autunno e il freddo che ho dentro, canta come le sirene di Ulisse. E cerca di farmi intravedere uno stato d'animo diverso, una solitudine meno nascosta nel recesso del mio pudore. Chè tanto basterebbe, a ritornare nella vita per davvero. Ma il cecchino è sempre appostato, sveglio e attento, e non sono nemmeno sicura di volerlo vincere. Non sono sicura di volerlo scovare. Tanto lo so. Una tregua non la firmerebbe mai.






 
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Alla lavagna

24 novembre 2007
1/8 + 1/4 + 1/8 = 7/20

Ce ne vuole di fantasia, eh?
 
posted by Albamarina at 20:27 | |email
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Rai - Mediaset zero a zero

21 novembre 2007
Non capisco perchè stiano cadendo tutti dalle nuvole. Era scritto nero su bianco, e da parecchi anni, a me sembrava piuttosto prevedibile.
 
posted by Albamarina at 22:57 | |email
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Dal medico

20 novembre 2007
C'è il sostituto, il titolare è in Calilfornia, beato lui. Compila la ricetta, me la porge e inizia a fissarmi la testa.
- Che c'è, dottore...
- Ma lei la mattina ruggisce?
- (?!?) Solo se sbadiglio.

Surreale.




 
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Er Grillo de voaltri

19 novembre 2007
Io oggi ho visto un Berlusconi nuovo. Arrampicato su un'auto, saltellante come un grillo, per farsi vedere meglio dalle folle; urlante e appassionato, infervorato dalla sua nuova mission: formare un nuovo partito, il partito del popolo. Il Grande Partito Del Popolo. Oggi ho visto un nuovo Berlusconi, che non vuole convincere nessuno. Chi lo ama lo seguirà, e tanto basti. In un empito di affrancamento dai vecchi alleati, dai parrucconi (no, zitti, non è carino nemmeno pensarlo) e dagli inutili orpelli che gli ostacolano la via verso l'Eterna Gloria (ché la Michela l'ha già raggiunta da tempo), ha ritrovato antico vigore zampettando da un gazebo all'altro, raccogliendo firme anche da terra, che tutto serve e non si butta via niente. Oggi ho visto un Berlusconi nuovo. E a dir la verità, ne avevo abbastanza di quello vecchio.
 
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Sono parecchio tesa

16 novembre 2007














Vignetta di eriadan
 
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Il triangolo nero

15 novembre 2007
Da Nazione indiana: Violenza, propaganda e deportazione. Un manifesto di scrittori, artisti e intellettuali contro la violenza su rom, rumeni e donne.

Chi mi segue sa che i miei post sono sempre molto brevi. Questa volta vi invito alla lettura attenta di un lungo manifesto che condivido. E ad una riflessione che vada oltre gli stereotipi, i pregiudizi e le dottrine di partito.

La storia recente di questo paese e’ un susseguirsi di campagne d’allarme, sempre piu’ ravvicinate e avvolte di frastuono. Le campane suonano a martello, le parole dei demagoghi appiccano incendi, una nazione coi nervi a fior di pelle risponde a ogni stimolo creando “emergenze” e additando capri espiatori.
Una donna e’ stata violentata e uccisa a Roma. L’omicida e’ sicuramente un uomo, forse un rumeno. Rumena e’ la donna che, sdraiandosi in strada per fermare un autobus che non rallentava, ha cercato di salvare quella vita. L’odioso crimine scuote l’Italia, il gesto di altruismo viene rimosso.
Il giorno precedente, sempre a Roma, una donna rumena e’ stata violentata e ridotta in fin di vita da un uomo. Due vittime con pari dignita’? No: della seconda non si sa nulla, nulla viene pubblicato sui giornali; della prima si deve sapere che e’ italiana, e che l’assassino non e’ un uomo, ma un rumeno o un rom.
Tre giorni dopo, sempre a Roma, squadristi incappucciati attaccano con spranghe e coltelli alcuni rumeni all’uscita di un supermercato, ferendone quattro. Nessun cronista accanto al letto di quei feriti, che rimangono senza nome, senza storia, senza umanita’. Delle loro condizioni, nulla e’ piu’ dato sapere.
Su queste vicende si scatena un’allucinata criminalizzazione di massa. Colpevole uno, colpevoli tutti. Le forze dell’ordine sgomberano la baraccopoli in cui viveva il presunto assassino. Duecento persone, tra cui donne e bambini, sono gettate in mezzo a una strada.
E poi? Odio e sospetto alimentano generalizzazioni: tutti i rumeni sono rom, tutti i rom sono ladri e assassini, tutti i ladri e gli assassini devono essere espulsi dall’Italia. Politici vecchi e nuovi, di destra e di sinistra gareggiano a chi urla piu’ forte, denunciando l’emergenza. Emergenza che, scorrendo i dati contenuti nel Rapporto sulla Criminalita’ (1993-2006), non esiste: omicidi e reati sono, oggi, ai livelli piu’ bassi dell’ultimo ventennio, mentre sono in forte crescita i reati commessi tra le pareti domestiche o per ragioni passionali. Il rapporto Eures-Ansa 2005, L’omicidio volontario in Italia e l’indagine Istat 2007 dicono che un omicidio su quattro avviene in casa; sette volte su dieci la vittima e’ una donna; piu’ di un terzo delle donne fra i 16 e i 70 anni ha subito violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita, e il responsabile di aggressione fisica o stupro e’ sette volte su dieci il marito o il compagno: la famiglia uccide piu’ della mafia, le strade sono spesso molto meno a rischio-stupro delle camere da letto.
Nell’estate 2006 quando Hina, ventenne pakistana, venne sgozzata dal padre e dai parenti, politici e media si impegnarono in un parallelo fra culture. Affermavano che quella occidentale, e italiana in particolare, era felicemente evoluta per quanto riguarda i diritti delle donne. Falso: la violenza contro le donne non e’ un retaggio bestiale di culture altre, ma cresce e fiorisce nella nostra, ogni giorno, nella costruzione e nella moltiplicazione di un modello femminile che privilegia l’aspetto fisico e la disponibilita’ sessuale spacciandoli come conquista. Di contro, come testimonia il recentissimo rapporto del World Economic Forum sul Gender Gap, per quanto riguarda la parita’ femminile nel lavoro, nella salute, nelle aspettative di vita, nell’influenza politica, l’Italia e’ 84esima. Ultima dell’Unione Europea. La Romania e’ al 47esimo posto.
Se questi sono i fatti, cosa sta succedendo?
Succede che e’ piu’ facile agitare uno spauracchio collettivo (oggi i rumeni, ieri i musulmani, prima ancora gli albanesi) piuttosto che impegnarsi nelle vere cause del panico e dell’insicurezza sociali causati dai processi di globalizzazione.
Succede che e’ piu’ facile, e paga prima e meglio sul piano del consenso viscerale, gridare al lupo e chiedere espulsioni, piuttosto che attuare le direttive europee (come la 43/2000) sul diritto all’assistenza sanitaria, al lavoro e all’alloggio dei migranti; che e’ piu’ facile mandare le ruspe a privare esseri umani delle proprie misere case, piuttosto che andare nei luoghi di lavoro a combattere il lavoro nero.
Succede che sotto il tappeto dell’equazione rumeni-delinquenza si nasconde la polvere dello sfruttamento feroce del popolo rumeno.
Sfruttamento nei cantieri, dove ogni giorno un operaio rumeno e’ vittima di un omicidio bianco.
Sfruttamento sulle strade, dove trentamila donne rumene costrette a prostituirsi, meta’ delle quali minorenni, sono cedute dalla malavita organizzata a italianissimi clienti (ogni anno nove milioni di uomini italiani comprano un coito da schiave straniere, forma di violenza sessuale che e’ sotto gli occhi di tutti ma pochi vogliono vedere).
Sfruttamento in Romania, dove imprenditori italiani - dopo aver “delocalizzato” e creato disoccupazione in Italia - pagano salari da fame ai lavoratori.
Succede che troppi ministri, sindaci e giullari divenuti capipopolo giocano agli apprendisti stregoni per avere quarti d’ora di popolarita’. Non si chiedono cosa avverra’ domani, quando gli odii rimasti sul terreno continueranno a fermentare, avvelenando le radici della nostra convivenza e solleticando quel microfascismo che e’ dentro di noi e ci fa desiderare il potere e ammirare i potenti. Un microfascismo che si esprime con parole e gesti rancorosi, mentre gia’ echeggiano, nemmeno tanto distanti, il calpestio di scarponi militari e la voce delle armi da fuoco.
Succede che si sta sperimentando la costruzione del nemico assoluto, come con ebrei e rom sotto il nazi-fascismo, come con gli armeni in Turchia nel 1915, come con serbi, croati e bosniaci, reciprocamente, nell’ex-Jugoslavia negli anni Novanta, in nome di una politica che promette sicurezza in cambio della rinuncia ai principi di liberta’, dignita’ e civilta’; che rende indistinguibili responsabilita’ individuali e collettive, effetti e cause, mali e rimedi; che invoca al governo uomini forti e chiede ai cittadini di farsi sudditi obbedienti.
Manca solo che qualcuno rispolveri dalle soffitte dell’intolleranza il triangolo nero degli asociali, il marchio d’infamia che i nazisti applicavano agli abiti dei rom.
E non sembra che l’ultima tappa, per ora, di una prolungata guerra contro i poveri.
Di fronte a tutto questo non possiamo rimanere indifferenti. Non ci appartengono il silenzio, la rinuncia al diritto di critica, la dismissione dell’intelligenza e della ragione.
Delitti individuali non giustificano castighi collettivi.
Essere rumeni o rom non e’ una forma di “concorso morale”.
Non esistono razze, men che meno razze colpevoli o innocenti.
Nessun popolo e’ illegale.

Qui per aderire on line.

Via Contaminazioni
 
posted by Albamarina at 18:53 | |email
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Skypephone Tre, atto secondo

13 novembre 2007
Massimo Cavazzini mi segnala, nei commenti, un ulteriore post di Minciotti che, dopo numerosi scambi di informazioni e rivelazioni quasi miracolose, puntualizza la questione di Skypephone e Tre. Pubblico per dovere di cronaca, per dire, ma resto della mia idea. Sono troppe le società che raccontano contratti per telefono, che cambiano le carte in tavola dopo i polveroni sollevati da utenti scontenti o ingannati. Non mi interessa più di tanto come finirà questa specifica querelle, fatto sta che spero serva ad una trasparenza immediata e non più indotta.
 
posted by Albamarina at 20:48 | |email
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Skypephone e 3, alla faccia della trasparenza (con aggiornamento)

12 novembre 2007
Dal blog di Francesco Minciotti, i prodromi di una colossale fregatura. Vediamo di diffondere e di fermarla.

Aggiornamento


Mi segnalano una riflessione di Roberto Dadda sulla rapidità di diffusione delle notizie nella blogsfera. Trovo lo scritto vagamente sarcastico e poco gradevole nei confronti di chi ha deciso di partecipare al passaparola; riporto anche qui il mio commento* al suo post, anche perché lo "spirito di Robin Hood" di cui parla Dadda non potrebbe essere più lontano dal mio modus vivendi et operandi. In tali circostanze, mi sento molto più vicina ad Asterix nel tentativo di superare la settima delle dodici fatiche. Istruttivo frammento animato che, senza scomodare le leggende, la dice molto più lunga e molto più seria sulla... trasparenza di contratti e burocrazie assortite. Se lo guardi, Signor Dadda. La divertirà.



*Sono, in genere, restia a questo tipo di passaparola. Questa volta, però, dopo aver personalmente assistito a circostanziate rimostranze rispetto al servizio e alla poca trasparenza del gestore in questione, ho deciso di diffondere. E di contribuire al tentativo di fermare l'atteggiamento opaco, e spesso in malafede, di chi si ostina a vendere regali, quando non regala un bel niente. A questo aggiungo che troppo spesso i contratti non vengono mostrati, o sono "raccontati" per telefono. A me è capitato tre sere fa, con SKY. Personalmente sono stufa di assistere silenziosa ai tentativi delle aziende di manipolare l'ingenuità dei tanti. Se fra i pochi c'è qualcuno che alza la voce, e trovo le motivazioni credibili, mi unisco al coro. Anche per chi la voce non ce l'ha.
 
posted by Albamarina at 10:44 | |email
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Ma cos'è il jazz?

09 novembre 2007
"Cos'è il jazz? Amico, se lo devi chiedere, non lo saprai mai".

Louis Armstrong
 
posted by Albamarina at 21:37 | |email
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Ma crescete, porco diavolo

Mastella dice che è assurdo che la legge finanziaria esamini i problemi che attengono alla struttura del governo. «Credo che sia anticostituzionale». Come sarebbe a dire "credo"?. Lo è o no? E quell'altro campione, sì lui, il disconoscitore di editti bulgari, che dice "No alle intese, il governo cadrà. Wait and see...". Complimenti per le tre i, cavaliere. Schifani e Pisanu prima dicono che non ci riusciranno, a far cadere il governo, poi smentiscono imbarazzati.
E Calderoli... oh, Calderoli, prodigio della natura che, in tempi di super gatti e super topi creati in laboratorio, sbaraglia qualunque artefatto ed evidenzia doti straordinarie evocando super ronde contro gli immigrati.
No, non credo che il nostro problema sia solo (solo?) quello dei parlamentari indagati. Ne abbiamo una caterva che sono degli autentici cretini.
 
posted by Albamarina at 11:29 | |email
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Proud to be...

07 novembre 2007










Ne parlano tutti, della classifica di Blogbabel: sono gioiosamente tra i fanalini di coda.
 
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Custodi inadempienti?






















Terrificante, sì, ma con un fascino oscuro che si apprezza, finale a parte. Via Giavasan, naturalmente.
 
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Enzo Biagi

06 novembre 2007
Stimavo Biagi ed ebbi, anni fa, l'onore di conoscerlo. L'aspetto che mi colpisce di più è che non ho pensato al giornalista, quando ho sentito la notizia della sua morte. Ho pensato ad un altro grande, amato ed importante papà che non c'è più. E ho sentito il rinnovarsi di un dolore acuto che mi terrà la mano ancora molto a lungo.
 
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Della vita e della morte

04 novembre 2007
Lasciamo per un attimo il Papa in Vaticano e spostiamoci in ambiti meno scivolosi. Io sono un'insegnante, ho idee politiche radicate, ma so che dovrò insegnare anche segmenti di storia il cui percorso non condivido affatto. Oppure divento avvocato d'ufficio e, per lavorare, devo anche difendere gente che non lo merita. Sono uno scienziato e so che potrei scoprire cose che aiutano o ostacolano la vita. Sono un operatore ecologico e metto veleno contro le zanzare nei tombini, sapendo che finirà in mare. Sono un politico e so a priori che le mie scelte saranno difficili e il compromesso all'ordine del giorno. Mi domando: chi sceglie di fare il medico non sa che si troverà di fronte a impegnativi casi di coscienza? Chi sceglie la facoltà di farmacia non sa che venderà veleni? Esistono più di 300 farmaci dichiarati pericolosi per la salute dall'Organizzazione modiale della sanità, e tanti altri che non sono disponibili in Italia, ma salverebbero vite. Forse troppo poche, per essere prese in considerazione dalle case farmaceutiche. Ecco, i farmacisti, rispetto a questa logica indecente, non obiettano mica.
Io, che sono sempre stata per la libertà di scelta, credo che ci sia un momento per scegliere ed uno per essere coerenti. E la coerenza, come i principi, non si vende e non si obietta.

 
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Il vaccino

03 novembre 2007
Due giorni fa mi somministrano il vaccino contro l'influenza. Dicono che è meglio che lo faccia; appartengo a una categoria a rischio, essendo una prof. L'excursus è questo: iniezione sul braccio sinistro, ponfo rosso, grande ponfo rosso e caldo, grandissimo ponfo rosso e bollente, malessere generale, forti dolori assortiti, febbre incoercibile a 39 e mezzo.
Oggi solo 38°, e mi sembra un sogno. Anche se la testa rimbomba, il corpo duole e la temperatura, mentre vi scrivo, sta salendo nonostante la dose prescritta di paracetamolo.
L'anno prossimo col cacchio che me lo faccio, il vaccino.

 
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