Mi sono fermata a guardare,
stregata dalla maleducazione, dall'arroganza e dalla prevaricazione sistematica, un programma domenicale che non avevo mai seguito. La prima sensazione è stata angosciante: un'arena costruita per fomentare. Non importa cosa, l'imperativo è alimentare intolleranza, aggressioni verbali - che prima o poi si trasformeranno, temo, in risse vere e proprie - e scontento. In studio l'immancabile Santanchè, Sgarbi, un sacerdote, uno psichiatra "state tutti zitti che ora infondo la verità", Ali Abu Schwaima, del Centro islamico di Milano, la Parietti ancora "in pressione" (deve avere un contratto con un bravo gommista) e altre umane amenità. Ed è con questi attori scadenti e frustrati che va in onda la fiera del "Risponda! Risponda! Risponda!" urlato senza tregua sulle parole altrui, dell'offesa gratuita e della mancanza totale del rispetto, anche solo nei tempi, dell'altrui eloquio. E tanto altro, tutto distruttivo.
Io, nonostante sia sanguigna e iraconda, preferisco cercare le similitudini. Fra religioni, culture, paesi e abitudini. E in genere le trovo. Sono le differenze sottolineate in rosso e trascritte sulle bandiere da tifo malato, quelle differenze urlate con disprezzo anche da alcuni sacerdoti e da chi dovrebbe professare amore e rispetto, sono quelle che stanno preparando un casino senza precedenti. Perché secondo me prima o poi scoppia, il bubbone. E quando accadrà, mi piacerebbe sapere come si autoassolveranno i bravi cristiani che adesso protestano, insultano, emarginano e offendono. Dimenticandosi che togliere o lasciare il crocifisso, tanto nominato, non fa nessuna differenza se siamo pronti a staccarlo dal muro e a ficcarlo negli occhi di chi abbiamo davanti.
Aggiornamento:
appunto.